Disegno: Giulia Mattiello, @giuliamattiello

Sarò la prima batterista donna del mondo

“Sarò la prima batterista donna del mondo!” questo era il desiderio di una saltellante me di 9 anni. Ho dovuto iniziare a suonare per rendermi conto che batteriste donne ce ne sono e che suonare la batteria non è come andare alle olimpiadi. Inizialmente lo stupore delle persone mi divertiva. La maggior parte di loro diceva cose del tipo: “sei così carina e delicata, pensavo fossi una cantante/violinista/pianista/flautista…”. Iniziai a percepire la cosa in modo diverso dopo un po’ di serate con il mio gruppo. Quando qualcuno si avvicinava per complimentarsi con me, aspettavo sempre che aggiungesse qualcosa sul mio essere una ragazza. Nel 90% dei casi questo avveniva, e io schiacciavo mentalmente il tasto “cancella tutto”. Mi ero resa conto che le volte in cui venivo notata era solo perchè picchiavo “per essere una donna”.

Ovviamente non si arriva ad irritarsi per queste cose dall’oggi al domani; ho semplicemente preso consapevolezza della tendenza a relegare la “batterista donna” in un gruppo speciale, per cui è lecito dire: “sei brava per essere una donna”, senza considerare che questa frase potrebbe suonare sminuente. Ogni volta che ho cercato di parlarne, sono stata subito etichettata come “esagerata”. Eppure con molte persone è bastato un po’ di dialogo e immedesimazione per chiarire il mio punto di vista. É vero che dovrei idealmente fregarmene di quello che la gente dice e proseguire per la mia strada; ma è anche vero che è scoraggiante essere relegata ogni volta nel gruppo “donna” invece che nel gruppo “batterista” e basta.

Vorrei solo dire a tutti che le donne che suonano la batteria non sono svantaggiate. Per suonare la batteria, anche per suonarla forte, tutto ciò che occorre è lo studio e non la forza fisica.