I
Come nelle stagioni lunari
scrivere è un processo;
la ciclicità delle cose è un fatto naturale nel cosmo ed è la benefica legge del mio corpo a suggerirmelo.
Alle allucinazioni creative
che violente dominano spesso il mio mondo onirico durante un periodo particolarmente ricco ed immaginifico,
si alternano poi grandi silenzi , raccoglimenti e serenità quotidiana…
se non una fastidiosa
stagnazione.
Come le stagioni della luna , momenti in cui un fluido fuoriesce ,momenti in cui un fluido rimane dentro.
Momenti di alta e bassa marea.
Silenzio e produzione,
produzione e silenzio
gestazione ,
parto.
Come la gestazione di un figlio
scrivo, metto al mondo ,rifiuto e abortisco progetti
li cullo, li nutro, li vedo crescere al di fuori di me.
Scritti di Valentina Antonelli
Immagini di Rebecca D’Angelo
II
(…) Sale inspiegabile un significante dal Caos ,
scriverò, questa solitudine che mi ha raggiunto.
L’espressione è un parto
un parto tormentato
poi si fa l’amore con le parole
si cerca di venirsi incontro
pensiero e atto
pensiero e scrittura
suggestione, idea, pensiero ..scrittura?
La fluidità è sicuramente una benedizione:
come in un parto semplice
la sensazione del partorire le parole giuste è estatica
si avverte un senso di compiutezza e di appartenenza
come in ogni azione creativa ristabiliamo l’ordine nel caos
e individuiamo un confine tra noi e l’altro.
La creazione è fondamentalmente una separazione, una affermazione
un piccolo parto
e come il bambino si separa dal corpo della madre ,la materia del pensiero assume vita ed autonomia proprio in virtù di questa separazione.
Il bambino è un essere a se. La nostra creazione è un po’ nostra ma appartiene al mondo.
( Ogni volta che mettiamo qualcosa al mondo ,questa smette di essere totalmente nostra.)
Queste sono le viscere dell’atto
la separazione sacra che da luogo alla vita?
Mentre il sole tramonta e la mente stilla la linfa delle sue sensazioni che come musica vengono suonate o come preghiere recitate o come ballo ballate…
penso che questo è buono.